
IL METODO
Il metodo che ti proponiamo è ispirato al libro La classe va in scena - Pedagogia Scenica Integrata.
1. Studia con il corpo, non solo con la menteQuando affronti un nuovo argomento, alzati dalla sedia. Cammina mentre ripeti, usa il gesto per accompagnare le parole chiave, disegna nello spazio concetti astratti. Se devi ricordare una sequenza, mettila in scena con movimenti fisici precisi. Il corpo diventa mappa della memoria.
2. Accendi tutti i sensi durante lo studioTrasforma ciò che stai studiando in un'esperienza sensoriale: crea ambientazioni sonore, associa profumi, inventa scenografie immaginarie. Puoi costruire con oggetti comuni piccole "scene" che aiutino la memorizzazione. La matematica può avere un suono. La storia, un colore.
3, Dai voce e volto ai concettiQuando studi, personifica i contenuti: se è filosofia, fai dialogare gli autori; se è scienza, interpreta le forze in gioco. Recita la lezione ad alta voce come se fosse un copione, usa toni diversi, cambia ritmo e postura. Più ti coinvolgi, più interiorizzi.
4. Inizia ogni sessione come una prova teatralePrima di iniziare a studiare, fai un breve riscaldamento: vocalizzi, stretching leggero, respirazione consapevole. Poi poni un obiettivo scenico: "Oggi metto in scena la Rivoluzione francese", "Oggi racconto il sistema nervoso con il linguaggio di un detective". Crea una sequenza con apertura, sviluppo e chiusura.
5. Ripeti mettendoti in scenaRipassa i contenuti come se dovessi recitarli davanti a un pubblico: crea un monologo, un'intervista, una scena collettiva. Chiama un compagno o un familiare e improvvisa una lezione. Oppure usa uno specchio. Ogni ripasso diventa una performance, non una ripetizione passiva.
6. Allestisci uno spazio scenico dove studiareScegli un angolo della stanza che possa diventare il tuo "palcoscenico". Cambia l'illuminazione, disponi gli oggetti, cura l'atmosfera. Uno studio creativo nasce da un ambiente ispirante. Ogni materia può avere il suo spazio simbolico, da trasformare in base al contenuto.
7. Trasforma le emozioni in alleate dello studioQuando ti senti bloccato, trascrivi quello che provi in forma teatrale: scrivi una scena che rappresenti la tua fatica, la tua ansia o la tua curiosità. Drammatizzala. Porta in scena anche le emozioni negative: ti aiuterà a riconoscerle, integrarle e superarle.
8. Agisci in coppia o in gruppo: forma una compagnia di studioNon studiare sempre da solo. Organizza sessioni con compagni dove ciascuno mette in scena una parte della lezione, prepara una breve regia su un tema, o interpreta un ruolo. Lo studio diventa dialogo, scambio, costruzione condivisa.
9. Coinvolgi chi ti guida nello studio come co-attoreSe sei un insegnante, entra in scena con i tuoi studenti. Se sei uno studente, chiedi a chi ti aiuta (genitori, tutor) di recitare con te, di fare domande a un personaggio, di improvvisare insieme una spiegazione. Il sapere si trasmette meglio quando si condivide sullo stesso piano.
10. Dai un senso alla tua fatica, rendi ogni materia un viaggioOgni argomento studiato chiediti: che storia racconta? In quale mondo mi porta? Che parte ha nella mia crescita? Scrivi o recita un finale simbolico per ogni unità studiata. Trasforma i tuoi obiettivi scolastici in visioni teatrali di futuro. Questo renderà lo studio un'avventura personale, non solo un dovere.

Oltre alla drammatizzazione dei concetti da imparare, esistono delle tecniche e degli accorgimenti che ti saranno utili.
1. Le tecniche di memorizzazione efficace
Qui applichi i principali strumenti che rendono lo studio più efficiente:
2.1. Il metodo loci: crea percorsi mentali associando i concetti a luoghi familiari.
2.2. La conversione fonetica: trasforma numeri o concetti astratti in immagini e suoni concreti.
2.3. Le immagini mentali: rendi vivide le informazioni grazie a visualizzazioni bizzarre o emotivamente cariche.
2.4. Le flashcard: usa la ripetizione dilazionata per ripassare solo quando serve (con strumenti come Anki).
2.5. La spiegazione attiva: insegna ad alta voce a te stesso (Metodo Feynman) per colmare le lacune.
2. L'organizzazione dello studio
L'approccio alla gestione del tempo e della concentrazione è cruciale:
3.1. Lettura esplorativa prima, approfondita dopo.
3.2. Sottolineature e schemi solo dopo aver compreso il senso globale.
3.3. Riassunti con parole proprie per trasformare il contenuto in conoscenza personale.
3.4. Interrogazione continua: domande, quiz, auto-esami per verificare il grado di apprendimento.
3. Il ciclo del ripasso intelligente
4.1. Prima revisione entro 24 ore.
4.2. Ripassi successivi a 3, 7 e 30 giorni.
4.3. Ogni ripasso non è rilettura passiva ma un test attivo: rispondere, rispiegare, riconnettere.
4. Lo stile di vita che potenzia l'apprendimento
5.1. Sonno regolare: essenziale per consolidare la memoria.
5.2. Attività fisica: migliora concentrazione e benessere cognitivo.
5.3. Alimentazione equilibrata: supporta la plasticità neuronale.
5.4. Gestione dello stress: tecniche di respirazione, pause consapevoli, tempo libero non digitale.
5.5. Tecnica del "pomodoro" o studio a blocchi (25–5): aiuta a evitare il sovraccarico mentale.
5. La motivazione come motore interno
6.1. Obiettivi chiari e scritti.
6.2. Monitoraggio dei progressi.
6.3. Ricompense dopo sessioni impegnative.
6.4. Ricordare perché stai studiando: costruire senso attorno all'apprendimento.
Approfondirò ogni voce durante le sessioni dal vivo o a distanza.

Progettare un percorso di coaching scolastico: obiettivi, fasi e risultati attesi.
La progettazione di un percorso di coaching scolastico richiede un impianto metodologico rigoroso, fondato su una chiara definizione degli obiettivi formativi e personali, una strutturazione coerente delle fasi operative e un'attenta valutazione dei risultati attesi. In ambito educativo, il coaching non si limita a un intervento motivazionale estemporaneo, ma si configura come un dispositivo pedagogico intenzionale, orientato allo sviluppo integrale dello studente.
Il primo nodo concettuale da affrontare riguarda la definizione degli obiettivi. Il coaching scolastico si muove nell'ambito dell'educazione non direttiva, e per questo privilegia obiettivi co-costruiti con lo studente. Tali obiettivi possono riguardare l'organizzazione dello studio, la gestione del tempo, il potenziamento dell'autostima, la regolazione emotiva, il miglioramento della comunicazione interpersonale o la definizione di un progetto di vita scolastica e post-scolastica. L'efficacia del percorso dipende in larga misura dalla qualità di questa fase iniziale: un obiettivo ben formulato deve essere specifico, misurabile, raggiungibile, realistico e collocato entro un orizzonte temporale chiaro.
La fase successiva è quella dell'alleanza di coaching, in cui si costruisce la relazione di fiducia tra coach e studente. Tale relazione non è mai asimmetrica né terapeutica, ma si fonda sul rispetto reciproco, sull'ascolto attivo e sull'assunzione di responsabilità da parte di entrambi. Questa alleanza è la condizione preliminare per l'attivazione di processi autentici di cambiamento, ed è sorretta da strumenti relazionali quali il contratto di coaching, le regole di ingaggio e l'impegno reciproco alla riservatezza e alla continuità.
La fase centrale del percorso prevede una serie di incontri regolari, in cui lo studente viene accompagnato a riflettere sulle proprie esperienze, ad analizzare le difficoltà, a generare alternative possibili, a prendere decisioni e ad agire con consapevolezza. In questa fase, il coach utilizza tecniche conversazionali quali le domande aperte, il rispecchiamento, la riformulazione, la visualizzazione degli obiettivi e l'analisi delle convinzioni limitanti. Il lavoro non si svolge solo sul piano cognitivo, ma coinvolge le dimensioni emotiva, motivazionale e valoriale dell'individuo.
Ogni incontro si conclude con un piano d'azione, nel quale lo studente definisce i passi da compiere fino alla sessione successiva. Il monitoraggio continuo e la possibilità di riformulare obiettivi e strategie fanno del percorso un processo dinamico, adattabile alle evoluzioni del contesto e alle nuove consapevolezze che emergono nel tempo.
Infine, la fase di chiusura rappresenta un momento cruciale di sintesi e di consolidamento. Si analizzano i risultati raggiunti, si valorizzano i progressi compiuti e si restituisce allo studente la responsabilità del proprio futuro cammino. Il coaching non si propone di creare dipendenza o di fornire soluzioni esterne, ma di restituire al soggetto la piena agency educativa, ovvero la capacità di agire con intenzionalità nel proprio percorso di crescita.
I risultati attesi da un percorso di coaching scolastico ben progettato si situano su più livelli. A livello personale, ci si attende un aumento dell'autoefficacia, della consapevolezza di sé e della motivazione intrinseca. A livello scolastico, si osservano spesso miglioramenti nella gestione del tempo, nella qualità dell'apprendimento e nella partecipazione attiva alla vita scolastica. A livello relazionale, il coaching può facilitare la comunicazione con insegnanti, compagni e familiari, contribuendo a costruire un clima più positivo e collaborativo.
Se sei uno studente che desidera migliorare il proprio metodo di studio, affrontare con più serenità le sfide scolastiche o ritrovare motivazione, oppure un genitore che vuole offrire al proprio figlio un'opportunità di crescita personale e autonomia, ti invito a partecipare a un incontro individuale conoscitivo sulla Pedagogia Scenica Integrata.
Un'occasione per scoprire come questa nuova disciplina può fare la differenza, dentro e fuori la scuola.
Per informazioni:
📧 consigliocoach@gmail.com
📞 327 463 5132